Se penso all'Ordine degli Ingegneri devo confessare che per me, come credo per molti dei miei colleghi, questa realtà è un qualcosa che è oltre i nostri pensieri.Non interferisce con la nostra attività professionale, se non all'atto della tassazione di una notula o al momento de versamento della quota di iscrizione annuale.
Ci chiediamo raramente, che cosa succede in questo organismo, come viene gestito, quale servizio svolge nei nostri confronti, quale impegno ci chiede in cambio.
La mancanza di un rapporto costante con l'organismo che eleggeremo nei prossimi giorni ha comportato e comporta un atteggiamento che definirei "neutro" nei confronti della regolazione della nostra attività professionale.
Negli ultimi anni si è accentuata una tendenza, già in atto da tempo, che comporta nuove difficoltà per il nostro ruolo. Siamo continuamente alla ricerca di un lavoro che diventa sempre più difficile avere e, se lo otteniamo, viene compensato, sia in termini economici che di considerazione, sempre meno.
E' annoso e non risolto il problema del rispetto delle tariffe professionali.
Mi sembra necessario ridefinire il comportamento della categoria nei confronti della committenza pubblica e privata.
La natura stessa dell'Ordine professionale, definita come organismo di tutela degli iscritti e garante delle prestazioni che gli stessi offrono, oggi viene messo in discussione come se noi non prestassimo attività correlate all'interesse pubblico.
Forse è da qui che bisogna ripartire
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